Controdote

Contratto relativo alla contradote prima di un matrimonio a Kastoria, Grecia, (1905). Fonte: Museo del folklore di Kastoria

La controdote (contraddote, sopraddote, dodario o dotario, antefato o antifato) (in latino dotarium, donatio propter nuptias, bizantino: hypobolon; francese douaire, inglese dower, olandese weduwgift, tedesco Wittum) è il complesso dei beni che secondo la legge lo sposo o la famiglia dello sposo corrisponde alla sposa successivamente al matrimonio[1].

La controdote nacque dall'istituto germanico del weotuma (inglese antico) o prezzo della sposa, che veniva corrisposto non alla sposa, bensì alla sua famiglia da parte della famiglia dello sposo all'atto del contratto di matrimonio; nell'alto medioevo veniva invece corrisposto direttamente alla sposa.

Il termine mefio, di istituzione longobarda, indica per l'appunto tale tributo, che lo sposo doveva al mundualdo, o amministratore dei beni della sposa.[2]

  1. ^ a cura di Anna Maria Nada Patrone, L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale - 6: La controdote [collegamento interrotto], su fermi.univr.it. URL consultato l'8 settembre 2012.
  2. ^ Camillo Giardina, Mefio, Enciclopedia Italiana (1934), su treccani.it. URL consultato il 12 settembre 2012.

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